La Corte di Giustizia dell’UE, con Sentenza del 27 giugno 2024, ha stabilito che non risulta conforme all’orientamento della disciplina giuslavoristica comunitaria la norma italiana che ammetta una fattispecie nella quale una lavoratrice gestante, che sia venuta a conoscenza della sua gravidanza solo dopo la scadenza del termine previsto per impugnare il proprio licenziamento in quanto, per poter proporre tale ricorso, la lavoratrice è tenuta a presentare una domanda di ammissione di ricorso tardivo entro un termine di due settimane. La Corte ha precisato che dette modalità procedurali, comportando inconvenienti tali da rendere eccessivamente difficile l’attuazione dei diritti che le lavoratrici gestanti traggono dalle disposizioni UE, non rispettano i requisiti posti dal principio di effettività.









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